Le fibre di rinforzo sono un
elemento complementare delle resine da laminazione (resina
poliestere, resina epossidica da stratificazione, resina vinilestere, pasta epossidica caricata con fibra di vetro)
nella produzione dei materiali compositi, in quanto ne costituiscono
l'armatura.
I principali requisiti che deve avere una fibra di rinforzo
sono
l'adattabilità,
la flessibilità e l'elevata resistenza alla trazione.
La fibra
di vetro è senza dubbio il rinforzo per eccellenza
e la maggiormente
utilizzata nelle costruzioni in composito.
Per impieghi più impegnativi invece è possibile utilizzare altre fibre ad alto
modulo come la fibra di carbonio e la fibra aramidica (conosciuta
come Kevlar). Queste fibre posseggono caratteristiche meccaniche decisamente
superiori alla fibra di vetro, ma l'elevato costo
ne limita l'impiego a tutte quelle applicazioni che richiedono elevatissime prestazioni
coniugate con pesi contenuti.
La fibra primaria è da un filato non ritorto costituito
da numerosi e sottilissimi filamenti, detti anche bave, dal diametro variabile
a seconda del tipo di fibra,
da 5 a 25 micron, tenuti insieme da un appretto.
Ogni singolo filamento della
fibra possiede un determinato carico di rottura. La resina che li ingloba agisce
da coesivo, trasferisce il carico da un filamento
all'altro e ne impedisce lo scorrimento. In questo modo tutte le
fibre "lavorano" congiuntamente portando il carico di rottura dello stratificato
a valori molto elevati.
Le fibre sono disponibili in diverse forme:
MAT: feltro composto
da fili di vetro tagliati
ROVING: cordone formato
da numerosi filamenti
STUOIE: tessuto ottenuto
da roving in vetro
ACCOPPIATI: mat e stuoia accoppiati insieme
TESSUTI: prodotto tessile
con trama e ordito in fibra di rinforzo
MULTIASSIALI: roving
disposti a strati sovrapposti in vari orientamenti
CHOPPED STRANDS: fibrette
tagliate in lunghezze di 3-6 mm